Cibo: una relazione d’amore

Che cos’è il cibo? Qualcosa di materiale che serve a riempire un contenitore? Uno “strumento” di consolazione? Un nemico? Un amante?

Il cibo nella nostra società consumistica ha perso la sacralità che aveva un tempo, è diventato un elemento puramente materiale, finendo per assumere una funzione diversa da quella che dovrebbe avere: nutrire la nostra energia vitale, il nostro corpo e la nostra psiche. Ci troviamo a mangiare in modo inconsapevole, col pilota automatico: quando siamo felici, tristi, per consolarci, per farci compagnia, punirci ecc.. il cibo diventa una protezione o una punizione e ci presenta oltretutto il conto in termini di salute e di chili.

Il problema non è il cibo in sé, bensì il nostro rapporto col cibo

Il cibo ha un’anima e per questo è possibile instaurare con esso una relazione d’amore proprio come con le piante o gli animali. Il cibo grazie a noi si trasforma e noi ci trasformiamo in ciò che mangiamo che diventa il nostro corpo e le nostre emozioni: soddisfazione, pace oppure rabbia, frustrazione…

Il problema non è il cibo in sé, bensì il nostro rapporto col cibo

Così come ognuno di noi anche ogni alimento ha la sua storia: è nato, è cresciuto, si è trasformato fino a giungere alla nostra tavola; siamo disposti a far entrare in casa nostra persone meschine, pericolose pronte a farci del male? E perché dovremmo farlo col cibo?

Nel momento in cui il cibo entra nel nostro corpo ci modifica nel profondo, ha la capacità di farci bene, di renderci felici ma anche di farci stare male e di trasformarci in qualcosa che non ci piace, quindi, perché non instaurare un relazione d’amore con essoIl cibo ha un’anima e ?

Gli alimenti freschi, poco manipolati, vivi non raffinati industrialmente, hanno la capacità di donarci un’energia psicofisica che nessun altro alimento processato o manipolato può darci, ma dobbiamo essere in grado di riconoscere l’anima del cibo, darci il permesso di considerarne l’energia vitale.

Recuperando una vera e propria relazione con l’alimento in sé e l’atto del cibarsi, questo potrà anche divenire un atto consolatorio, un caldo abbraccio nei momenti di crisi, perché il problema non è mai mangiare ma cosa e come si mangia.

Se hai bisogno di consolarti non aver paura del cibo, divora qualcosa ma porta tutta la tua consapevolezza a ciò che stai facendo, al tipo di energia che stai introducendo! Celebra ciò che stai per compiere con presenza! Se hai paura di mangiare quando sei triste e te ne privi allora stai reprimendo un bisogno naturale e, alimentando divieti su divieti, prima o poi questo finirà per travolgerti costringendoti a mangiare con ogni probabilità cibo spazzatura.

 Quando ti approcci a un alimento prova a chiederti: da dove viene? Qual è la sua storia? La sua energia è falsata da processi industriali e conservanti chimici o è un cibo vicino alla natura, al sole, alla terra, all’acqua? Voglio che questo alimento diventi la mia carne, il mio sangue, il mio corpo?

E inoltre impara a ringraziare il cibo per quello che ti dona, ad accendere una candela a tavola per fare di ogni pasto un momento speciale, innamorati di ciò che fai e ciò che mangi ti ricambierà con amore e salute.

Mindful Eating

Ti posso dire che la nostra mente ha risorse e poteri che nemmeno immaginiamo e che se usati a nostro favore possono fare davvero la differenza!

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